Il bene si diffonde ... arriva ovunque!

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Un incontro particolare quello che Gio.Na. ha vissuto il 28 gennaio 2022 sul tema “Servizio e Carità del Beato Pietro Bonilli alla luce di Nazaret”. Dopo una breve introduzione per salutare le nuove arrivate nel gruppo, Rosaria e Maria Teresa da Niscemi (CL), ci siamo immerse in alcuni scritti del Bonilli riguardanti la devozione alla Sacra Famiglia e l’importanza delle opere di carità: “Sacra Famiglia dice: civiltà, progresso, fratellanza universale, pace, felicità temporale ed eterna.” (P. Bonilli)

Ma in che modo la devozione alla Sacra Famiglia può ispirare opere di carità?

Ce lo ha raccontato suor Monica Auccello ssfs, missionaria in Costa d’Avorio da 15 anni. Le opere dell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia, già nate in quella terra e quelle che stanno nascendo, grazie alla Provvidenza divina, sono state per tutti noi un grido di incoraggiamento e di speranza. Abbiamo fatto esperienza, attraverso le parole di suor Monica, vibranti e ricche di emozione, del soffio dello Spirito e della carità creativa di don Pietro che ispirano tutta la comunità, per poter dare risposta ai bisogni concreti dell’ambiente in cui vivono. Questo incontro, pertanto, è stato anche una grande testimonianza della presenza ancora viva di don Pietro, attraverso l’operato delle sue Suore e di tutti coloro che con loro collaborano.

In tutto il bene costruito, passo dopo passo, in Costa D’Avorio, dalla Casa di Accoglienza Arc-en-ciel al Centro nutrizionale, al Dispensario sanitario, al progetto di inclusione dei bambini con handicap nelle scuole, abbiamo visto come la luce della Fede coglie i germogli dagli aridi terreni e fa della natura un tesoro per sollevare il povero. Tante le emozioni durante la testimonianza, le vibrazioni oltrepassano la pelle e la razionalità e si trasformano in onde di speranza, sensibilizzando quello che per noi sembra tutto scontato.

È toccante prendere sempre più la consapevolezza delle meraviglie che realizza il Signore attraverso tutti noi che gridiamo il nostro “sì”, pur sapendo che non siamo altro che piccoli strumenti nelle Sue mani.

Se oggi per noi europei, per esempio, è ormai una conquista assodata l’inserimento dei bambini disabili nelle scuole pubbliche o la sensibilizzazione verso un bambino con handicap o con autismo è in prima linea, in Costa d’Avorio questa è tutt’oggi una disgrazia, per cui il bambino viene rifiutato, allontanato, abbandonato al suo destino infausto.

Ci chiediamo allora: come si può rimanere indifferenti a tutto ciò? Noi cosa facciamo nel nostro piccolo? Perché non impegnarci ad essere angeli di Carità, qui e altrove?

Gio.Na. (Gioventù Nazarena)

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