Il "grido" del beato Pietro Bonilli risuona ancora oggi!

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urna e vetrataOggi, 24 Aprile 2020, 32° Anniversario della Beatificazione di don Pietro Bonilli, vogliamo lasciarci raggiungere dal suo "Grido":

"Sono un’oscuro prete, povero, inetto, ma questo sentimento è profondamente scolpito nel mio cuore e trovandomi nell’impotenza di vedere realizzato il mio ideale, alzo la mia voce: questa vorrei che risuonasse per tutto il mondo e a tutti voi vorrei gridare: Uomini miei fratelli, perché amate la vanità, e vi perdete dietro le miserie del mondo: Ecco chi dovete amare: La S. Famiglia. In essa troverete la via, la verità, la vita. Però quello che mi strugge ed angustia è la mia impotenza per condurre tutti all’amore di Gesù, Maria e Giuseppe. Per questo, GRIDO a tutti coloro a cui arriverà questo scritto: FATEVI APOSTOLI DELLA S. FAMIGLIA! (da “La Famiglia Cattolica” 1905)

Lasciamo a don Luis Vielman il commento a questo grido del padre Fondatore.

 

Il grido del beato Bonilli, è un grido che esprime impotenza e allo stesso tempo fiducia. Le nostre forze umane sono limitate, decadono col tempo, la giovinezza passa, il mondo con le sue vicende continua. L’ideale e la realtà non sempre coincidono. Ed è qui il dramma del beato Pietro Bonilli, ed è qui la sua preoccupazione, ed è qui il modo in cui esprime nel piu profondo del suo essere come e quanto sa Amare.
Ecco, il suo grido è un grido di Amore, è il grido di un Padre che non si rassegna ad una eventuale sconfitta nella fede e nella vita. Avverte il pericolo che minaccia le anime, quelle anime che Dio gli ha affidate. Non è possibile! Non può essere! No! Eppure don Pietro Bonilli se ne accorge che Lui da solo non ce la fa, e grida, vuole fare sentire la sua voce, come la luce del faro che avverte il pericolo ai naviganti, un grido che scaturisce proprio, come lui stesso dice, dall’angoscia, dall’impotenza per condurre le anime all’incontro con Dio.
E allora si affida al buon senso dei cristiani, chiama tutti a prendere parte, chiama tutti a prendere la loro parte a una proposta di vita sempre nueva, sempre sfidante, sempre ricca, sempre piena. Chiama tutti ad aderire al progetto nazareno: nella Sacra Famiglia infatti c’è qualcosa che supera la natura umana, che rinvigorisce le forze umane, dove la ragione cede il posto al cuore. Dove l’amore è quella unica cosa che non esaurisce le forze perché non dipende dalle forze. Di fatto il beato Bonilli contrappone la vanità delle cose alla verità delle cose. Le cose di questo mondo passano, scadono, l’amore rimane perché sempre nuovo, perché fuoco sempre ardente, sempre alimentato ma non a partire dalla nostra fiamma che prima o poi si spegne ed è incostante, ma dalla fiamma dello Spirito Santo che fa sempre nuove tutte le cose.
Dunque il grido del Padre è un grido di sofferenza come il grido di un Padre che avverte il pericolo imminente che può colpire un figlio. E’ oggi, è adesso, in questo momento, non c’è piu tempo, è ora di entrare nel meraviglioso e santo tempio della Santa Famiglia, loro ci guideranno per la giusta via, ci faranno assaporare la verità che lascerà allo scoperto tutte le intenzioni del nostro cuore, buone e cattive, e ci spingeranno a godere la vita senza fine, la vita che naviga e si nutre nell’amore, e cosi saremo sempre forti, sempre pronti, sempre fedeli, sempre amanti.
Il beato Pietro grida perché sa che non è un grido nel vuoto, si fida di noi, poveri e fragili, e soprattutto si fida di Dio, che mai ci abbandonerà.
 
D. Luis Vielman, missionario della Sacra Famiglia

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