BUON ONOMASTICO, PIETRO BONILLI!

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urna e vetrataOggi, 29 giugno 2020, la Chiesa celebra la Solennità di due sue colonne: i santi Pietro e Paolo apostoli! Tanti italiani hanno ricevuto come nome di Battesimo questi due illustri, anche il nostro caro fondatore, il beato Pietro Bonilli, porta il nome del grande apostolo Pietro, primo pontefice della Chiesa cattolica. Oggi tutta la Famiglia Carismatica Nazareno-Bonilliana è in festa doppia, dunque, e per questa lieta circostanza, che ci sprona a guardare con venerazione, ma anche con emulazione questi veraci seguaci di Cristo, vi lasciamo alla lettura di alcune parole del nostro Padre Bonilli e di un suo amato figlio, don Luis Vielman.

“Celebrata la festa di S. Pietro, mi sento il dovere di accennare qualche punto importantissimo che scaturisce dalla presente situazione dell’opera nostra. Ma ascendiamo più in alto! Non mi stancherò mai di ribadire i nostri ideali, cioè la glorificazione della Sacra Famiglia, e la carità verso le sordomute –cieche - orfanelle. Dio lo vuole! Questo era il grido, che una volta animava i cuori ad eroiche imprese; sebbene la nostra sia tanto umile pure a scuoter la nostra freddezza, sia per questo il nostro grido essendo per noi circondati da tante sventure. Ormai non passa giorno che non riceva suppliche tenerissime perché accetti queste infelici …Se dessi udienza al cuore, nessuna rifiuterei; ma vi sono confini che è impossibile oltrepassare.- Ora m’è stata pur fatta la proposta d’accogliere le sordomute e le cieche della Provincia di Macerata. Dando udienza più al cuore che ai mezzi, avrei ben accettato quest’opera …Domando preghiere per conoscere bene la volontà di Dio. Se Dio lo vuole, anch’io lo voglio! Abbiamo fatto poco se si considera il mio desiderio […]. C’è da fare ancora, ci sono da portare anime a Dio. Ecco quello che dobbiamo fare. Io non posso più, voi siete le eredi di queste Opere, a voi le raccomando. (PIETRO BONILLI, Discorso alle suore il giorno del suo onomastico, giugno 1930)

 

 

DARE UDIENZA PIÙ AL CUORE O AI MEZZI
L'uomo - come dice la tradizione del pensiero cristiano - è "capax Dei": capace di conoscere Dio e di accogliere il dono che Egli fa di se stesso. Il Signore con la azione dello Spirito Santo viene costantemente da noi e ci fa gustare il dono di se stesso perché comunica se stesso. Comunicando se stesso, dunque, possiamo avvertire, esprimendoci en parole umane, la sua misericordia, i suoi desideri, i suoi progetti, la sua volontà, le sue priorità, ecc. Il luogo teologico poi, dove avviene questo incontro, è il cuore. Al meno così era nell’intuizione del beato Pietro Bonilli. Ad un certo momento, dunque, è necessario azzittire le paure, i dubbi, le incertezze e “dare udienza al cuore”. Il Signore vuole farsi conoscere, ma tante volte, nella stanza dei nostri cuori ci sono tante porte attraverso le quali entrano infinità di realtà che spesso hanno la priorità riguardo al dono di Dio. Apriamo le porte alle incertezze, ai dubbi e alla sfiducia che entrano senza chiedere permesso; le paure si fanno strada e ci avviliscono, ci paralizzano; diamo udienza a tutte queste cose e in fondo alla fila c’è Dio che aspetta pazientemente, perché è Dio e lui mai irrompe con violenza, mai costringe, conosce e rispetta i nostri ritmi. Forse è il momento di prendere posizione come intuisce il beato Pietro Bonilli, andare oltre la recinsione che abbiamo fatto, illusi di essere al sicuro e dunque osare e porsi la domanda: “Dare udienza più al cuore o ai mezzi”, che cosa mi muove e che cosa mi ferma? che cosa mi da vita e che cosa mi paralizza? La recinsione, che secondo me mi rassicura, di che cose è fatta, com’è costruita, è necessaria?
Davanti a questo non resta che dire: “Domando preghiere per conoscere bene la volontà di Dio. Se Dio lo vuole, anch’io lo voglio!” (B. Pietro Bonilli), perché finalmente ho lasciato entrare Dio nel mio cuore e pian piano mi indica la strada da seguire. 
don Luis Vielman
Missionario Bonilliano della S. Famiglia

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