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Cannaiola di Trevi: anniversari di professione religiosa di alcune Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, tra cui la superiora generale madre Paola Sisti. Messa presieduta dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia. Foto.

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Domenica 16 settembre 2018 a Cannaiola di Trevi, nel santuario che accoglie le spoglie mortali dl beato Pietro Bonilli, quattro Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, nel corso di una solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, hanno reso grazie a Dio per i cinquanta anni di professione religiosa. Si tratta di madre Paola Sisti, superiora generale dell’Istituto, di suor Gabriella Centonze e di suor Maria Grazia Lo Iacono della comunità di Catania, sede di delegazione, e di suor Sandra Scialli missionaria nella Repubblica Democratica del Congo. È stato ricordato anche il 25° di suor Rosalia Negretto, della comunità di Lodi, assente però alla celebrazione.

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Col Presule hanno concelebrato: don Sem Fioretti rettore del santuario di Cannaiola e un sacerdote che aveva predicato gli esercizi spirituali ad un gruppo di suore a Collerisana; diacono, Pier Luigi Morlino. Il servizio all’altare è stato assicurato da due seminaristi: Luca Gentili della diocesi di Spoleto-Norcia e uno della diocesi di Mantova, nipote della madre generale suor Paola Sisti. La liturgia è stata animata dalla corale di Cannaiola. Molte naturalmente le suore presenti, giunte da varie comunità dell’Umbria e del centro Italia, e diversi anche i fedeli, tra cui i parenti delle festeggiate.    

Monizione iniziale. Prima dell’inizio della celebrazione, mentre le quattro suore festeggiate entravano in santuario con una lampada accesa in mano, la segretaria generale suor Provvidenza Orobello ha letto la seguente monizione: “Oggi, siamo qui, nel Santuario del beato Pietro Bonilli, per esultare e benedire il Signore per il dono inestimabile della sua fedeltà e della Vita Consacrata!
Quando Dio posa il suo sguardo su una giovane, la ama e la chiama a seguire Gesù, suo Figlio, sulla via della povertà, castità e obbedienza, senza mai ritirare il suo dono e compiendo ciò che promette. A questa sua fedeltà, madre Paola, suor Gabriella, suor Sandra, suor Maria Grazia e suor Rosalia, hanno corrisposto rispettivamente da 50 anni e da 25 anni con la loro generosa risposta d’amore. Rendiamo grazie a Dio e uniamoci alla loro gioia in questa Celebrazione Eucaristica”.

Nell’omelia l’arcivescovo Boccardo si è soffermato in particolare sul Vangelo del giorno (Mc 8, 27-35): “La gente chi dice che io sia?”. «Gesù – ha detto il Presule – vuole sapere cosa pensano di lui; non la fa perché è curioso: lui, infatti, sa qual è la sua missione. Con questa domanda, che oggi chiameremmo sondaggio, provoca gli apostoli, vuole sapere cosa loro provano veramente per lui. Pietro, a nome dei dodici, risponde: ti riconosciamo come Maestro e siamo con te. E a noi, cosa dice questa parola?», ha detto il Vescovo ai presenti. «Che posto occupa Gesù nella mia vita, fatta di tanti piccoli gesti, non sempre facili? Ci dice che dobbiamo imparare a pensare secondo Dio e non secondo la maggioranza, secondo ciò che dicono i giornali, la televisione, i social. Siamo tutti invitati a prendere la nostra croce che è vita donata e non solo ricordo della passione. La croce, infatti, è speranza, consolazione, donazione, perdono, generosità, accoglienza. Ci invita a rimanere fedeli a Cristi e ricominciare sempre da capo dopo le naturali cadute. E le nostre suore che oggi festeggiano il loro 50° - ha proseguito mons. Boccardo – con la loro vita hanno detto Tu sei il Cristo, hanno camminato dietro di lui. I 50 anni di vita consacrata di queste sorelle sono stati carichi di glorie e di fallimenti, di successi e di sconfitte. Più volte avranno detto: perché continuare? E oggi vederle qui, felici nonostante le ferite, è davvero un bel messaggio: è possibile essere fedeli a un progetto di vita, fare quanto Gesù ci chiede nel Vangelo. Ringraziamo il Signore che vi ha messo la mano sulla testa, facendovi rialzare sempre. Al beato Pietro chiediamo la grazia di accrescere in voi la voglia di spendervi per il Vangelo, di dire ancora a gran voce Tu sei il Cristo e di camminare dietro di lui».

Rinnovo delle promesse. Le suore che festeggiavano il 50° hanno rinnovato il loro “Eccomi” al Signore. Alla domanda del Vescovo - “Figlie carissime, mediante il battesimo e la professione religiosa siete già consacrate al Signore. Confermate ora la vostra volontà di seguire Cristo casto, povero, obbediente nell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto?” – hanno risposto: “Padre santo, ti ringrazio per avermi chiamata a seguire Gesù, tuo Figlio e a configurarmi a lui; per avermi scelta a continuare nella Chiesa la lode perenne alla tua gloria e il servizio alla famiglia e ai fratelli più poveri, secondo le indicazioni profetiche del nostro Padre Fondatore, ispirate alla vita della Famiglia di Nazaret.
Rispondendo gioiosamente a questa chiamata di predilezione rinnoviamo con gioia gli impegni della mia Professione, secondo le Costituzioni delle Suore della S. Famiglia di Spoleto. Accogli, Padre santo, l’offerta della mia vita e consacrala nel tuo amore.
La tua grazia, l’intercessione e l’esempio della Vergine Maria e di San Giuseppe e la carità delle Sorelle mi aiutino a rimanervi fedele. Amen”.

Saluti finali. Prima della benedizione finale hanno preso la parola don Sem Fioretti e madre Paola Sisti. Il Rettore del Santuario di Cannaiola ha detto alle religiose che voi «attraverso la contemplazione orante sarete capaci di esprimere la tenerezza del beato Pietro Bonilli. Con riconoscenza, nella preghiera, vi auguriamo un futuro di tenerezza e prossimità, che confluiscono nella carità. La Superiora generale, nella duplice veste di festeggiata e guida dell’Istituto, ha ringraziato «il nostro Arcivescovo per la vicinanza costante e perché condivide con noi le tappe più significative dell’Istituto. Grazie a don Sem per la premurosa accoglienza che sempre ci riserva, soprattutto grazie per la sua ammirazione al Padre fondatore. Grazie ai nostri familiari che ci sono vicino con rispetto, discrezione e affetto. Grazie a Dio per questi 50 anni di vita consacrata».

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